NERVA

L’IMPERATORE ROMANO CHE AVVIÒ IL SECOLO D’ORO

Nativo di Narni nel 30 d.C., discendente da una famiglia senatoria di antica nobiltà (suo bisnonno era stato console nel 36 a.C.), suo fratello aveva sposato una nipote di Tiberio; fu dunque lui a creare un legame con la famiglia Giulia-Claudia. Nel 65 Marco Cocceio Nerva aveva ricevuto gli ornamenti trionfali di Nerone, ma non era affatto caduto in disgrazia con lui, anzi per il prestigio che godeva, proprio con Vespasiano divise nel 71 il consolato, che gli fu nuovamente conferito poi da Domiziano nel 91.
Per i suoi legami di parentela anche nella dinastia Flavia e al tempo stesso per appartenenza all'aristocrazia senatoria, era forse l'unico in grado di evitare uno scontro fra le opposte tendenze e di assicurare continuità all'equilibrio costituzionale. Era come suo nonno e suo padre un giurista di fama ma anche un grande uomo di cultura. Dione Cassio nel giustificare la scelta di Domiziano su Nerva, la attribuisce al fatto che non aveva figli e inoltre avendo 66 anni certamente sarebbe morto prima di diventare pericoloso.
Si voleva un uomo di transizione che riuscisse a costituire un governo conciliando tutti gli interessi. Domiziano come abbiamo visto si era guadagnato il favore dell'esercito ma aveva allontanato progressivamente e logorato i rapporti sia con i senatori che con la nobiltà. Quella nobiltà di idee repubblicane che nonostante dai tempi di Augusto si era andata disperdendo come numero e come idee, a Roma seguitava a contare molto. La popolazione aveva accolto con assoluta indifferenza la notizia della nomina di Nerva e sia i pretoriani che i militari di truppa nelle varie province prestarono giuramento al nuovo imperatore senza alcuna esitazione.
Per prima cosa dopo non aver dimenticato di fare una buona elargizione di denaro alla popolazione e ai militari, come si conveniva, Nerva si occupò di far rientrare gli esiliati e di abrogare i provvedimenti più impopolari. Pianificò un costruttivo programma di rinnovamento a vantaggio di Roma e dell'Italia, fronteggiando subito una penuria di grano con provvedimenti di urgenza e in parallelo affrontò con una legge agraria la distribuzione di nuovi terreni dello Stato ai cittadini poveri. Non pochi furono gli interventi nei lavori pubblici ; riorganizzò il sistema idrico di Roma, restaurò molti quartieri, importanti vie come l'Appia e la Tiburtina, e migliorò moltissime strade in altre province.
Non furono questi provvedimenti tutti lodati ma semmai molto criticati visto che restituendo le confische (erano un mezzo che portavano soldi all'erario) e abolendo l'accusa di lesa maestà (anche queste erano una fonte) egli rimase senza la prospettiva di queste due entrate che ai tempi di Domiziano facevano arrivare al tesoro considerevoli somme.
Insomma la politica finanziaria di Nerva fu criticata perché si disse, per godere del favore popolare toglieva le tasse ma indeboliva e minacciava una crisi finanziaria di grande portata nei personaggi che invece contavano, quindi era destinato il suo regime presto a sfasciarsi per la sua debolezza interna. Per evitare tali conseguenze alcuni pensarono perfino di assassinarlo, ma Nerva scoperta la maldestra congiura li umiliò perfino offrendo loro la propria gola "uccidete solo me, eliminate un povero vecchio, ma non i problemi nuovi", e che i "nuovi problemi" fossero alle porte dell'impero Nerva li intuì subito.
Comunque profondamente turbato da questo evento, per scongiurare una guerra civile, forse anche consigliato, si persuase di ricorrere all'unico mezzo che aveva a disposizione, l'immediata adozione di un suo successore in grado di riscuotere l'indiscussa fedeltà dei militari, capaci di incutere timore ai pretoriani e a chi voleva sbarazzarsi di lui.
La sua scelta cadde su Ulpio Traiano comandante dell'esercito e governatore della Germania superiore. L'unico in caso di disordini capace di marciare su Roma di propria iniziativa e in grado di ristabilire l'ordine nel caso gli fosse stato preferito qualche altro generale.
La scelta di Nerva fu dettata solo da queste realistiche ragioni, visto che Traiano non aveva mai dimostrato tanta simpatia per Nerva, anzi l'incontrario. Fece appena in tempo a fare questa scelta. Si era alle porte dell'inverno. Nerva morirà fra tre mesi il 25 gennaio 98.